Firenze

L'origine di questa festa del folklore popolare risale con tutta probabilità alla metà del Seicento e si tramanda fra i giovani di Firenze con l'uso di portare in giro le "Rificolone", dei lampioncini di carta colorata modellati nelle forme più varie e bizzarre, con tanto di lumicino all'interno, appesi in cima ad una canna.
Questa antica festa, che ancora oggi ricorre negli stessi luoghi storici ogni 7 di settembre, è da ricollegare alla tradizione dell'arrivo in città di tanti contadini e montanari provenienti dalle zone limitrofe che, con le loro donne, venivano in occasione della Vigilia della Natività della Madonna a festeggiare e fare mercato nella bella e storica piazza della Santissima Annunziata.

Il calcio storico fiorentino, conosciuto anche col nome di calcio in livrea o calcio in costume, è una disciplina sportiva che affonda le sue origini in tempi molto antichi, essendo probabilmente stato giocato a Firenze per la prima volta nel 59 avanti Cristo dai legionari romani che fondarono il primo nucleo dell'originaria città di Fiorenza. Il nome antico in lingua latina era florentinum harpastum, dal verbo che significa "strappare con la forza", e questo la dice lunga su questo gioco a squadre che si effettua con un pallone originalmente riempito di stracci, che da molti è considerato come il padre del gioco del calcio, anche se per la sua rudezza ricorda molto più il rugby. Oggi viene rievocato con i coloratissimi costumi storici del 16° secolo in una sfida tra i 4 quartieri cittadini articolata in varie partite giocate ogni anno tra maggio e giugno nella storica Piazza Santa Coce, con la finale il 24 giugno in occasione della festa del Santo Patrono della città, San Giovanni.

Lo Scoppio del Carro è una manifestazione fiorentina risalente nella sua forma originale addirittura ai lontani tempi della prima crociata, indetta per festeggiare la liberazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme dalle mani degli infedeli e celebrata da secoli nel giorno della Santa Pasqua.
La manifestazione consiste in una processione dalla Chiesa di Santi Apostoli nella piazzetta del Limbo, preceduta dal gonfalone di Firenze e dalla bandiera della nobile famiglia dei Pazzi, con la parecipazione di sacerdoti ed autorità e diretta al Battistero in Piazza Duomo. Quindi il corteo si trasferisce nel Duomo di Santa Maria del Fiore e, alle ore undici precise, al canto del Gloria in Excelsis Deo, viene dato fuoco alla miccia della colombina (un artificio pirotecnico in forma di colomba, simbolo pasquale) che, sibilando, va ad incendiare i mortaretti ed i fuochi d’artificio sapientemente disposti sul carro seicentesco chiamato dai fiorentini Brindellone; una volta incendiati gli artifici, la colombina deve tornare indietro all'Altare Maggiore, da dov'è partita, ripercorrendo il percorso di andata, altrimenti il raccolto dell'anno non avrà buoni auspici. L’imponente mole dell’antico carro si avvolge di nubi di fumo e scintille luminose, offrendo agli spettatori attoniti uno spettacolo indimenticabile.